Una prima tecnica per togliere terreno ad un possibile conflitto prevede di parlare in prima persona ed esprimere in positivo ciò che si desidera o si pensa.

Al posto di dire

 “che permaloso, non accetti mai una critica

Mi hai deluso con il tuo comportamento”

“Non interrompermi “

Meglio dire

Capisco che una critica non fa mai piacere e, ma se è fondata mi aspetto che tu la accetti  

“Mi aspettavo un comportamento diverso da parte tua”

“Vorrei finire!”

Questo modo di intervenire è coerente con il fatto che il disaccordo parte dalla nostra testa e che siamo noi, quindi, i soggetti che lo creano e lo mettono in luce.

Parlando in prima persona ci prendiamo questa responsabilità, consapevoli di esprimere in partenza una percezione o una visione delle cose soggettiva e parziale.

Il nostro interlocutore, dall’altra parte, non si sente attaccata direttamente , ma piuttosto ripreso in modo responsabilizzato. È più facile che non si irriti e che ci risponda nel merito .

Noi, a nostra volta, qualora venissimo convinti che il nostro modo di vedere e di sentire è infondato, non faremmo fatica a rivedere questa posizione , per non esserci chiusi fin dall’inizio in un rigido schema mentale, per non esserci limitati a dire ciò che provavamo.

Inoltre, non perderemmo la faccia, non essendoci spinti né a giudicare, né ad offendere nessuno.

Non resta quindi che allenarsi quotidianamente all’uso dimi piacerebbe”, “vorrei”, mi “aspetto”.

Provate per credere