L’EDUCAZIONE È SVILUPPARE I NOSTRI VALORI UMANI, NON SOLO CONOSCENZA

L’EDUCAZIONE È SVILUPPARE I NOSTRI VALORI UMANI, NON SOLO CONOSCENZA

Gli istruiti differiscono dai non istruiti, tanto quanto i vivi dai morti”

Aristotele

Ora vi sentite istruiti?

Ho chiesto ai partecipanti, ieri, alla fine del corso di diventa “Coach Professionista”.

Voglio ricordarvi che la maggior parte degli “uomini saggi” che sono passati attraverso questo pianeta, non sono diventati saggi per la conoscenza che hanno ricevuto nelle scuole e nelle università, né hanno dimostrato il loro valore attraverso un documento, ma attraverso le loro esperienze, dando un buon esempio agli altri.

L’educazione non riguarda solo la conoscenza, cioè ciò che impariamo nei corsi, nelle scuole o nelle università.

L‘educazione è anche il modo in cui usiamo la conoscenza che abbiamo ricevuto, cioè il modo in cui trattiamo i nostri simili e il resto delle creature viventi del luogo, il modo in cui mettiamo il bene comune al di sopra delle nostre ambizioni e piaceri personali.

L’educazione è dire prendere dalla natura ciò che può darci, condividerlo con i nostri simili (e il resto delle creature del pianeta) e lasciare qualcosa per le generazioni future.

L‘educazione è mantenere e sviluppare i nostri valori umani, come la Pace, la giustizia, il dovere, l’onestà, la verità, il duro lavoro e l’amore per l’uomo, la società e l’ambiente, evolvendo la società umana verso il futuro che merita

Ci sono persone la cui conoscenza non impedisce loro di essere animali”. diceva Cervantes

Uno sguardo all’ambiente è spesso sufficiente per convincerti: spazzatura in ogni angolo, deforestazione delle nostre foreste, frammentazione dei nostri ecosistemi naturali, sviluppo non regolamentato, golf e hotel sulle spiagge di nidificazione delle tartarughe, pesca eccessiva dei nostri mari e molto altro che non posso nemmeno elencare.

Tanto più quando si pensa a come trattiamo i nostri simili. Se dubiti fai una passeggiata in città, prova ad attraversare la strada, vedi cosa sta succedendo nei parcheggi dei disabili o semplicemente metti notizie e vedi quanti stanno rubando i soldi della gente o abusando del potere dato loro da lui per condurli a “un domani migliore”.

Pertanto, oltre alla conoscenza che tu e i tuoi figli riceverete dalla scuola e dall’università, assicuratevi che vi venga insegnata l’educazione, il comportamento corretto e l’educazione. Molte di queste lezioni ti sono date dalla natura stessa, se ti avvicini ad essa.

Se mi chiedi, che cosa possa fare altro, sto leggendo!

Giornali, riviste, blog, sport: non si può diventare molto istruiti quando si legge solo ciò che si vuole.

“Imparare senza pensare è vano, pensare è pericoloso senza imparare”, 

 Confucio.

Il Potere Delle Convinzioni

Il Potere Delle Convinzioni

Le convinzioni sono tutto ciò che noi crediamo vero ed hanno il potere di plasmare la nostra visione della realtà. In breve, un qualcosa, un’idea che diamo come certa.

Le convinzioni possono essere potenzianti o limitanti:

  • Le convinzioni potenzianti è un concetto che incute in noi un messaggio positivo: se credi di poter svolgere un’azione probabilmente ce la farai (“ Sono io il responsabile del mio destino”)
  •  Le convinzioni limitanti sono le catene invisibili che bloccano, limitano e impongono determinate azioni da compiere e che in pratica non permettono di esprimere il proprio potenziale (“Sono fatto così”)

Se noi ci convinciamo di una cosa, il nostro cervello ci farà notare prevalentemente tutto ciò che conferma quella cosa.

Molte delle convinzioni che abbiano sono figlie della cultura a cui apparteniamo, dell’epoca storica o della religione di riferimento, altre si formano in seno alla famiglia, portandoci ad assorbire il pensiero dei nostri genitori ed educatori già nei primissimi anni di vita.

Si creano nella nostra mente paradigmi che acquisiscono forma e sostanza di verità assolute ed inamovibili, quando in realtà sono solo il prodotto delle nostre convinzioni, stratificate in anni di azioni e conferme ripetute.

Noi traiamo soddisfazione e tranquillità interiore dal vedere confermati i nostri paradigmi, veri o falsi che siano e quindi il nostro cervello ci aiuta in questo. È il classico circolo vizioso.

In altre parole, si tratta della strategia inconscia che continuiamo ad utilizzare per fare esperienza della realtà. A tutti gli effetti, questa strategia cognitiva determina la realtà di chi la utilizza.

Ad esempio se un vostro collega, arriva a lavoro al mattino portando per tutti dei favolosi pasticcini in regalo, senza dare troppe spiegazioni.

A questo punto, è inevitabile che vi facciate un’idea del vostro collega, e questa idea dipenderà molto dalle vostre opinioni pregresse nei suoi confronti.

  • Immaginate di essere convinti che il collega sia uno di quelli che tende a fare le cose sempre e solo per ottenere un tornaconto personale.

Di fronte a questo suo comportamento, cos’altro potreste pensare, se non che abbia organizzato questo regalo solo per ottenere qualcosa in cambio?

  • Al contrario, se invece le opinioni che avete nei suoi confronti sono diverse e pensate invece che sia una persona davvero generosa, beh, allora tenderete ad apprezzare il regalo, confermando la vostra opinione pregressa.

Eppure, l’unico dato certo che avete a disposizione è che il vostro collega ha portato dei pasticcini, nient’altro. Ma i vostri cervelli a fronte di questo dato iniziano a rielaborare le informazioni utilizzando le esperienze passate

Il risultato?  Un solo comportamento, ma ben due realtà completamente diverse

Per migliorare le vostre performance e gestire la comunicazione in maniera efficace dovete conoscere le vostre strategie mentali e/o quelle del vostro interlocutore.  

Scegliere consapevolmente cosa credere è un atto di potere, non un potere formale, ma un potere effettivo. Non sono gli eventi esterni che hanno il potere di farci vivere bene, ma l’interpretazione che diamo a essi.

 La realtà è SEMPRE NEUTRA, né buona, né cattiva

Nel coaching la tecnica di Re incorniciare (usata da Richard Bandler e John Grider) significa trovare un’interpretazione che si adatti alla situazione in modo alterando valido ma che produca in te una risposta capace di espandere le tue possibilità.  Consiste nel cambiare il quadro entro il quale una persona percepisce certi eventi, allo scopo di cambiare il significato degli eventi stessi. Quando il significato cambia, le reazioni e i comportamenti della persona cambiano anch’essi.

“TUTTO È RELATIVO. PRENDI UN ULTRACENTENARIO CHE ROMPE UNO SPECCHIO: SARÀ BEN LIETO DI SAPERE CHE HA ANCORA SETTE ANNI DI DISGRAZIE.”
(ALBERT EINSTEIN)

COME POSSIAMO GESTIRE MEGLIO LO STRESS? COSA DOVREMMO EVITARE?

COME POSSIAMO GESTIRE MEGLIO LO STRESS? COSA DOVREMMO EVITARE?

  • Nel passato la gente diceva che l’uomo è la sua parola.
     Si fidavano l’uno dell’altro con uno “PAROLA D’ONORE”. Le parole erano preziose, erano innaffiate dalla psiche dell’uomo, un’estensione di essa. E proprio come stiamo attenti a non ferire una parte del nostro corpo, così hanno detto che dovremmo stare attenti con le parole, perché fa parte di noi.

    La neuroscienze confermano queste vecchie concezioni. Per il nostro cervello ogni parola è un processo di pensieri, cambiamenti ormonali e scariche elettriche. Attenti alle parole…  

     
    Evita di :
    criticare e incolpare te stesso per ciò che sta accadendo,
    – avere rimorso per non aver risposto a ciò che gli altri si aspettavano,
    – avere maggiori aspettative per te stesso e per gli altri
    – e ‘esprimiti’ negativamente”

    Per evitare lo stress, si dovrebbe cambiare il proprio modo di pensare, fare auto-dialogo, sentirsi felici con ciò che ha raggiunto, fare respiri profondi e mettere attività e movimento nella sua vita.
    “EVITA DI USARE il ‘NON’, e parole con una connotazione NEGATIVA, COME SI “DEVE”.
    I tuoi pensieri sono direttamente correlati e influenzano i tuoi sentimenti e comportamenti.

    Secondo la Programmazione Neurolinguistica [PNL] le parole influenzano le emozioni e il comportamento
    Quali frasi sono importanti nella nostra vita?

    Ø  Oggi è stata una buona giornata”: basta dirlo almeno una volta per vedere la propria vita in modo più ottimistico
    Ø  “Mi fido di te”: tutti abbiamo bisogno di alleati in questa vita.
    Ø  “Mi dispiace”: è molto redentivo quando lo dici e lo intendi.
    Ø  Ti amo”: tutti vogliono dirlo nel profondo e tutti vogliono ascoltarlo.
    Ø  “Non so come farlo”: meglio ammettere la propria ignoranza di qualcosa e imparare che fingere di sapere.

IL BISOGNI DELLA RELAZIONE

IL BISOGNI DELLA RELAZIONE

Aristotele, definisce l’uomo “un animale sociale”, che tende ad aggregarsi, ad avvicinarsi agli altri nel tentativo di creare relazioni

Ma quando questo bisogno di avere una relazione, amichevole ed affettiva, diventa cosi forte da impedirci di vedere le persone che abbiamo di fronte, cominciano i problemi.

Spinti dalla necessità, non possiamo più scegliere, esattamente come una persona persa nel deserto non può rifiutare l’acqua che gli viene offerta. Tale è la sete da non chiedere nemmeno se l’acqua è potabile o contaminata.

Lo stesso accede con i bisogni, quelli più profondi, più intimi . Ognuno di noi ne ha, nessuno escluso. Si tratta di bisogni primitivi, che l’essere umano dovrebbe essere in grado di soddisfare in modo autonomo.   

Quali sono questi bisogni?

Ecco la lista dei bisogni primitivi che tutti dovremmo essere in grado prima di sentire e poi di soddisfare.

  • Bisogno di affidarsi : “SO CHE POSSO CONTARE SU DI TÈ”
  • Bisogno di fidarsi : “SO CHE NON MI FARAI MAI DEL MALE”
  • Bisogno di sicurezza: “MI SENTO AL SICURO NEL MONDO”
  • Bisogno di autonomia: “POSSO FARCELA DA SOLO”
  • Bisogno di riconoscimento: “VADO BENE COME SONO”
  • Bisogno di avere dei propri bisogni: “I TUOI BISOGNI NON SONO I MIEI”
  • Bisogno di competenza:  “LO SO O LO POSSO FARE”
  • Bisogno di sentirsi accettati: “NON FARE NULLA PER ESSERE AMATO”
  • Bisogno di amore: “IO SONO AMABILE”
  • Bisogno di appartenenza
STINTO, EMOZIONE, RAGIONE

STINTO, EMOZIONE, RAGIONE

LA TEORIA DEI TRE CERVELLI DI PAUL MACLEAN PER COMUNICARE EFFICACEMENTE

Per cervello intendiamo non solo l’organo in sé ma anche tutta la derivazione del sistema nervoso. La teoria dei tre cervelli di Paul Maclean raccontata attraverso la metafora del cervello come condominio e degli inquilini che lo abitano.

Paul MacLean ha sviluppato la teoria dei tre cervelli (trium brain), cioè del cervello uno e trino: neocorteccia, lobo limbico e cervello rettiliano

  1. Il cervello rettiliano

Il cervello rettiliano è la componente più arcaica, la cui anatomia assomiglia a quella del cervello dei rettili. Rappresenta l’inquilino più selvaggio e primitivo del cervello, che vive per soddisfare i bisogni primari.

Quali sono le funzioni di questa parte del cervello?

Gestione  del respiro, del flusso sanguigno, della salivazione, del metabolismo, del sistema endocrino, delle emozioni, del senso di fame eccetera. Inoltre, fa da tramite per trasmettere informazioni sensoriali, elementi di memoria e necessità fisiologiche all’area dell’attenzione e alla corteccia e coordina tutte le nostre azioni automatiche e le abitudini.

Si occupa di compiti “automatici” e perennemente concentrato sull’ambiente circostante e ha come unico scopo quello di preservare la specie. E’ in grado di farci reagire prendendo decisioni infrazioni di secondo riguardo ciò che è sicuro o meno per noi, ciò che è giusto o  sbagliato  fare in una situazione di pericolo, ciò su cui concentrare la nostra attenzione per non farci trovare impreparati.

Essendo l’espressione principale dell’istinto di sopravvivenza, il cervello rettiliano governa la strategia di FIGHT/FLY, secondo la quale ogni volta che sentiamo minacciata la nostra incolumità ci attiviamo per combattere oppure per fuggire dalla minaccia.

Le decisioni prese dal cervello antico sono sempre sensate?

La risposta è: nella maggioranza  dei casi si, ma non sempre. Considera prima di tutto che l’obiettivo di questa area del cervello è principalmente intuire/prevenire pericoli, di conseguenza a questo incide  molto sulla selezione  di ciò che attira la nostra attenzione e sull’interpretazione e primaria di ciò che analizziamo. In ogni tipo di stima messa in atto dal cervello antico si bassa su regole ferree e definite. Conoscere i limiti ci permette di comunicare con lui nel modo più efficace possibile, in caso contrario, la nostra creatività, per quanto di valore, vivrà solo di intuizioni causali.

 

  1. Il sistema limbico (lat. Limbus=bordo) o cervello emotivo

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Il cervello emotivo è l’inquilino adolescente che vive di emozioni, sensazioni, attaccamento e passioni. Agisce in modo strettamente legato agli impulsi del cervello rettile , anch’esso ha una risposta stimolo/azione pressoché automatica e non è sotto il nostro diretto controllo.

 

Talamo

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È una sorta di centralino neurale, la segreteria stacanovista  e super efficiente che ha ufficio nella sua scatola cranica, ma anche il principale responsabile di sensazioni coem la felicità, la tristezza e o il disgusto.

 

Amigdala

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In questa parte del cervello assume un ruolo di primaria importanza L’AMIGDALA, una piccola regione a forma di mandorla che gestisce il processo di memorizzazione di tutti gli eventi collegati ad emozioni forti (condizionamento della paura). Quando un evento è molto piacevole o particolarmente doloroso, l’amigdala lo processa per collegarlo a un ricordo o un’esperienza di apprendimento, a volte in maniera permanente.

 

                                      Vuoi una dimostrazione?

Ti ricordi dove eri il mattino del  12 Dicembre scorso? Probabilmente per te sdarebbe dura rispondere…

E se invece ti chiedessi dove ti trovavi e cosa stavi facendo il pomeriggio dell’11 settembre 2001?

Potere dell’emozioni.

I bravi professionisti sanno per comunicare efficacemente coinvolgendo l’amigdala è un aspetto fondamentale per poter fissare la memoria di un servizio/prodotto ed emozionare a tal punto da generarne il desiderio.

Il desiderio è strettamente correlato alla produzione da pare del cervello limbico dei 2 cosiddetti neurotrasmettitori dell’eccitazione:  DOPOMINA (motivazione)  E SEROTOMINA (umore)

  1. La neo-corteccia

 

 

La neo-corteccia potrebbe essere descritta come l’inquilino sistematico e metodico che crede di essere l’unico abitante del condominio, si illude di sapere tutto e quasi sempre vuole avere ragione. È la componente del cervello che si è evoluta per ultima, gestisce la RAZIONALITÀ, le capacità logiche di apprendimento, di problem solving e tutta la comunicazione interna (dialogo interno) ed esterna.

Si occupa del LINGUAGGIO, del parlato, della lettura, della capacità di suonare e ascoltare musica, è in grado di produrre pensieri logici e pianificare operazioni.

E’ qui che si innescano tutti i processi cognitivi che sono sotto il nostro controllo cognitivo: quando ragioniamo sulle nostre scelte , quando ci fissiamo un obiettivo, quando elaboriamo le nostre interpretazioni sulla vita e su come va il mondo.

 

          Come gestire il “condominio cervello”?

 

 

 

Il livello di equilibrio che esiste fra gli inquilini che abitano il “condominio cervello” ha un impatto diretto sulla qualità della nostra vita. Per gestirli con efficacia è necessario sviluppare tre abilità:

  1. Consapevolezza – Conoscere i meccanismi principali che governano il funzionamento della nostra mente è il primo passo per diventare più consapevoli di quello che siamo e soprattutto di quello che non siamo.
  2. Dialogo interno (self talk) – Rappresenta il modo in cui parliamo con noi stessi, ed è l’espressione principale della neo-corteccia, l’unica parte del cervello in cui ESISTE IL LINGUAGGIO. Potremmo immaginarlo come la voce dell’inquilino razionale, particolarmente inconsapevole dei meccanismi inconsci che condizionano e talvolta boicottano i suoi ragionamenti.

Secondo alcuni studi, il dialogo di questo particolare inquilino può raggiungere decine di migliaia di parole al giorno e influenza costantemente la qualità delle nostre emozioni, che a sua volta influenza stati d’animo, decisioni e comportamenti. Le parole sono importanti e il vocabolario che utilizziamo per parlare con noi stessi dovrebbe essere analizzato ed eventualmente corretto per eliminare tutti quei vocaboli che minano la fiducia in noi stessi, e tendono ad enfatizzare gli aspetti negativi senza dare una prospettiva di soluzione al problema.

  1. Focus mentale – Quello su cui ci focalizziamo diventa la nostra realtà percepita. Una mentalità orientata al pessimismo svilupperà la tendenza a vedere solo aspetti negativi, perdendo di vista quanto di bello e importante c’è nella vita di ognuno di noi.

Semplici accorgimenti come manifestare gratitudine e l’utilizzo di domande costruttive che poniamo a noi stessi, aiutano a indirizzare correttamente il focus e modificare la percezione della realtà in un’ottica di crescita, miglioramento personale ed equilibrio psichico.

           Parlare ai tre cervelli

 

 

Qualsiasi tipo di strategia comunicativa davvero efficace deve dialogare correttamente e in modo coerente con tutti i 3 cervelli

Quando comunichiamo, il tipo di comunicazione utilizzato può attivare maggiormente una delle tre aree del cervello, con effetti diretti sull’efficacia comunicativa e sul livello di persuasione generato:

  • un dialogo che evoca rischi e paure attiverà il cervello rettiliano, regalando potere all’istinto di sopravvivenza che si predisporrà alla lotta o alla fuga;
  • un dialogo emozionale, capace di parlare alla “pancia delle persone” e di generare empatia, sarà in grado di condizionare maggiormente le scelte dei nostri interlocutori
  • un dialogo ricco di riferimenti e dati oggettivi coinvolgerà principalmente la neo-corteccia, favorendo il ragionamento logico e razionale;